Parquet per esterni
In ogni casa è presente una pavimentazione che deve catturare l’occhio di chi ci cammina sopra. Da sempre i gusti delle persone sono stati variegati e discordanti su quale tipo di mattonelle sia il più bello, ma il parquet ha quasi sempre messo tutti d’accordo. Il legno è una delle materie prime più utilizzate nelle case delle persone, per mobili ed accessori, e, anche nel caso della pavimentazione, è riuscito ad attirare l’attenzione dei più grazie al suo essere casual ma al contempo elegante. Nel corso degli anni, questo tipo di pavimentazione è passato ad essere limitato a zone protette della casa, poiché non incredibilmente resistente, all’essere utilizzato in ambienti umidi come la cucina e, addirittura, in ambienti esterni.
Come scegliere un parquet per esterni
Una pavimentazione in legno per interni ed una per esterni non possono essere realizzate allo stesso modo. Gli agenti atmosferici ed il contatto costante con la luce solare rendono i parquet per esterni soggetti ad una moltitudine di pericoli. Per questo motivo, una pavimentazione che si rispetti, dev’essere necessariamente più spessa di 20 millimetri. I bordi, inoltre, devono essere arrotondati per garantire migliore aderenza alle suole delle scarpe. In base a dove si installa un parquet per esterno, inoltre, è possibile scanalare la superficie dello stesso e smussarne i bordi, impedendo eventuali schegge nel caso si percorresse a piedi nudi, come nel bordo di una piscina.
L’essenza
Oltre alle caratteristiche sopra elencate, un parquet per esterni deve anche essere composto da un’essenza resistente. Ognuna di esse differisce dall’altra in quanto aspetto estetico, durevolezza, resistenza ed alcune possiedono un’alta impermeabilità naturale, come il Teak. La maggior parte delle tipologie d’essenza, comunque, rientrano nella famiglia delle latifoglie e conifere. Nella scelta di una determinata tipologia di essenza è inoltre importantissimo non sottovalutare la presenza di tannini e altri oli essenziali che possano preservare in maniera naturale il legno dai fattori erosivi esterni. La scelta dell’essenza dipende anche dall’uso che si intende farne: il Teak è indicato, ad esempio, per essere calpestato a piedi nudi e si presta quindi ad essere un bordo piscina mentre un legno di conifera è più indicato per la percorrenza con scarpe. In ogni caso, ogni tipologia di pavimentazione deve essere trattata con prodotti che ne preservino il colore nel tempo.
Realizzazione e manutenzione
Mettere in posa un parquet per esterni necessita la preparazione dell’ambiente esterno, eliminando ogni tipo di difetto o imperfezione che possa inficiare sul risultato finale. Per sabbia o, in generale, suoli morbidi, è necessario inserire la struttura di supporto fino a 10 cm sotto la superficie e creare una pendenza che possa permettere lo scolo dell’acqua. Per i suoli solidi, invece, è necessario realizzare un telaio in cemento armato nel quale si possano sistemare all’interno i listoni o le mattonelle. Per quanto riguarda la manutenzione di un parquet per esterni, è possibile pulirlo con una semplice spazzola oppure con acqua ad alta pressione. Essendo legno, è di vitale importanza che non si usino griglie o barbecue al di sopra di esso senza protezioni di alcun genere.
Arte Casa ha scelto Pliem per parquet per esterni
I Parquet per esterni in WPC sono una soluzione ideale per giardini, gazebo, bordi piscina, attici, terrazze, verande, e ogni altra superficie all’aria aperta; questo tipo di pavimentazione è realizzata interamente in legno massello.
Vengono realizzati utilizzando le essenze più adatte a resistere alle intemperie e all’usura, come ad esempio il Teak e l’Iroko. Negli ultimi anni la gamma di prodotti tipologia parquet per esterni Pliem si è ampliata grazie all’introduzione di prodotti in legno composito (tipo WPC: un materiale ecologico, riciclabile e compatibile con l’ambiente composto da polvere di legno e materie plastiche di prima qualità opportunamente riciclate). Si tratta di una valida alternativa ecologica dato che combina i vantaggi del legno con la durata delle materie plastiche.